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Danno da perdita del congiunto: il ruolo della famiglia nucleare e d’origine

La perdita di una persona cara rappresenta un evento devastante sotto ogni punto di vista, ma quando il decesso è causato da un fatto illecito – come un incidente stradale, un errore medico o un infortunio sul lavoro – il dolore dei familiari può essere accompagnato anche da una richiesta di giustizia. Il danno da perdita del congiunto è un danno non patrimoniale riconosciuto dalla giurisprudenza ai familiari della vittima, i quali possono ottenere un risarcimento per il dolore e la sofferenza subiti. Ma chi ha diritto a questo risarcimento? Qual è la differenza tra famiglia nucleare e famiglia d’origine? Approfondiamo questi aspetti fondamentali.

Cos’è il danno da perdita del congiunto

Il danno da perdita del congiunto, noto anche come danno parentale, è il pregiudizio subito dai familiari a causa della morte di un proprio caro. Si tratta di un danno non patrimoniale, cioè non direttamente legato a una perdita economica, ma piuttosto alla sofferenza morale, psicologica ed emotiva che il decesso provoca.

Tale danno può derivare da diverse situazioni, tra cui:

  • Incidenti stradali mortali
  • Errori medici e malasanità
  • Infortuni sul lavoro
  • Omicidi e altri atti illeciti dolosi o colposi

Il risarcimento per il danno parentale è finalizzato a riconoscere e compensare, per quanto possibile, il dolore e lo sconvolgimento emotivo che derivano dalla perdita di una persona cara.

Il ruolo della famiglia nucleare

La famiglia nucleare è composta dai coniugi e dai figli, ovvero dalle persone che hanno il legame più stretto con la vittima. La giurisprudenza riconosce in modo automatico il loro diritto al risarcimento, poiché la perdita di un congiunto stretto determina un impatto devastante sulla vita quotidiana.

In particolare, hanno diritto al risarcimento:

  • Il coniuge o il convivente
  • I figli della vittima

Per questi soggetti, non è necessario dimostrare l’intensità del legame affettivo, poiché si presume che il rapporto con la vittima fosse profondo e significativo. Il risarcimento viene calcolato in base alle tabelle del Tribunale di Milano, che forniscono parametri per la quantificazione del danno.

Il ruolo della famiglia d’origine

Oltre alla famiglia nucleare, anche la famiglia d’origine – ossia i genitori, i fratelli e le sorelle della vittima – può richiedere il risarcimento per il danno da perdita del congiunto. Tuttavia, per questi soggetti, la giurisprudenza richiede una prova concreta del legame affettivo con la vittima.

Possono ottenere il risarcimento:

  • I genitori della vittima
  • I fratelli e le sorelle

Nel caso dei genitori, il risarcimento è generalmente riconosciuto, soprattutto se il figlio era giovane e il legame affettivo forte. Per i fratelli, invece, è necessario dimostrare che vi fosse una relazione particolarmente stretta, ad esempio attraverso testimonianze o documentazione che provi la vicinanza affettiva.

Come ottenere il risarcimento

Per ottenere il risarcimento, è necessario dimostrare:

  1. Il rapporto di parentela con la vittima (tramite certificati anagrafici)
  2. L’intensità del legame affettivo, soprattutto nel caso della famiglia d’origine
  3. L’evento che ha causato la morte, documentato da perizie, referti e testimonianze
  4. L’entità del danno subito, spesso supportata da valutazioni psicologiche o mediche

L’iter per ottenere il risarcimento può avvenire tramite trattativa stragiudiziale con l’assicurazione o il responsabile del danno, oppure attraverso un procedimento giudiziario, nel caso in cui non si trovi un accordo soddisfacente.

La perdita di un congiunto è una ferita indelebile, che lascia conseguenze profonde sia nella sfera emotiva che nella vita quotidiana dei familiari. Il riconoscimento del danno parentale rappresenta una forma di tutela giuridica per chi subisce un dolore così grande. Tuttavia, le richieste di risarcimento devono essere gestite con attenzione, raccogliendo le prove necessarie e seguendo l’iter corretto. Affidarsi a un avvocato esperto in responsabilità civile è il primo passo per ottenere giustizia e far valere i propri diritti.

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